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Il Farro: la riscoperta di un antico cereale.

Il farro è la più antica tipologia di frumento coltivato. Veniva usato dall’uomo per la propria alimentazione già in epoca preistorica (Neolitico). La maggior parte del farro coltivato in Italia è rappresentata dal farro dicocco, o farro medio. Troviamo poi il farro grande, o farro spelta, che vede il proprio terreno più adatto in altri Paesi europei, come la Francia.

La coltivazione del farro è andata riducecendosi nel corso dei secoli. E’ stata sostituita dal grano tenero e dal grano duro, che discendono rispettivamente dal farro grande e dal farro medio.

Il farro è spesso considerato una sottospecie del frumento tenero. Infatti, il farro è simile al frumento in apparenza. Tuttavia, il guscio del farro è più duro di quello del grano, il che aiuta a proteggere gli elementi nutritivi presenti al suo interno, e permette di sopportare gli attacchi di agenti inquinanti (ad esempio pesticidi) e persino invasioni di insetti.

Si tratta di un cereale da riscoprire, la cui produzione viene ora associata soprattutto all’agricoltura biologica.

Il farro presenta un maggior contenuto proteico rispetto ad altre tipologie di frumento. Si tratta di un cereale ricco di vitamine e di sali minerali, ma povero di grassi.

Il farro integrale, inoltre, presenta un contenuto di fibre più elevato rispetto al farro perlato. Le fibre aiutano a favorire il transito intestinale e a proteggere la salute dell’intestino, contribuendo all’eliminazione delle scorie. Questo cereale garantisce un apporto calorico piuttosto basso, pari a 340 chilocalorie per 100 grammi di prodotto.

Ideale in abbinamento alle verdure, il farro è un ingrediente molto versatile in cucina. Si presta, infatti, a sostituire pasta e riso in qualunque tipo di ricetta e ad arricchire insalate fredde.

Zuppe e minestre sono le preparazioni che più di tutte ne esaltano il sapore, ma risulta ottimo anche per la realizzazione di gustose torte rustiche.